Debutta il 25 gennaio al teatro sociale di Rovigo il cinemusical “Opera Palladio”. Uno spettacolo storico di danza e musica sulla vita di Andrea Palladio. Incontro la costumista Patty Farinelli che, nella nostra piacevole conversazione, mi rivela i segreti tecnici ed artistici dei magnifici costumi d’epoca ideati appositamente per questo cinemusical.
Grazie per questa tua domanda iniziale. Il motivo per il quale accettai di partecipare al progetto “Opera Palladio” è molto semplice: essendo docente di costume antico, oltre che designer industriale e di haute couture, ho dato il mio contributo di consulenza presso diversi istituti d’Arte, e, da sempre, sono una grande appassionata di storia. Ammiro moltissimo l’architettura neoclassica e, di conseguenza, la genialità di Palladio che ne è il massimo artefice, quindi ho accettato questa sfida impegnativa, ma allo stesso tempo, di grande spazio creativo.
la peste. |
2)
Hai fatto molte ricerche per i costumi di “Opera Palladio”?
Puoi ben
comprendere che alla base di questo mio lavoro c’è stata una ricerca storica
approfondita sia per quanto riguarda i materiali, i colori, nonché la tecniche
di lavorazione.
3) Sono curiosa, qual è stata la linea che hai deciso di tenere per la scelta dei costumi?
I costumi
sono il più possibile compatibili con il periodo storico trattato nell’opera:
in generale si tratta di linee ad ampio volume sia per le camicie che per le
sottane femminili.
Marta la Zota (madre di Andrea Palladio)-scena del parto. |
Andrea Palladio, la moglie Allegradonna e la figlia Zenobia. |
4) E per quanto riguarda la realizzazione quanto tempo hai impiegato e quali sono state le difficoltà incontrate?
Il tempo
impiegato per terminare il tutto è stato complessivamente di due anni, tra
ricerca storica, impiego nonché reperimento dei materiali e l’esecuzione
secondo i criteri della lavorazione antica. Difficoltà ce ne sono state, perché
molti costumi derivano da tessuti antichi e materiali di recupero che sono
stati a loro volta disfatti, tagliati e assemblati a nuove fibre di cotone,
canapa e lini con mussole, tutto confezionato a mano, oltre che al lavoro di
svecchiamento trattato con la levigatura della pietra pomice, per esaltarne
l’usura e l’applicazione di toppe: abiti questi indossati dai popolani.
5) Su quali tessuti e materiali hai giocato e perché?
E’ una
domanda la tua molto impegnativa, ma cercherò di risponderti dettagliatamente.
Chiesi a Matteo e a Simonetta di poter raccogliere presso le famiglie di amici
materiali di riciclo, vecchie lenzuola, coperte damascate per ricavarne alcuni
abiti dei nobili e poi feci appello anche ai cittadini di Rovigo e di Comacchio
di donarci abiti smessi, come giacche, camicie, ecc. Per gli abiti dei nobili
sono stati usati tessuti nuovi come sete, velluti, damaschi, devoirè e
mussoline di seta pregiata, ornati da pietre come collane e cappelli con le
piume. L’esempio più eclatante è il mantello collana indossato dal conte
Trissino che, durante i balli , secondo il galateo doveva portare lo zuccotto
di velluto con piuma di struzzo conforme al suo status sociale. Gli accessori
in pellame di cuoio sono stati tutti tagliati a mano con il cutter e applicate
fibbie a nastro sui borsalini dei mercanti (quelli delle monete), mentre i
cappelli e gli zuccotti sono realizzati in pelle e panno infeltrito e messo a
bollire a 90°, come per i farsetti (giubbe maschili) e la “braca” aperta fermata da lacci di tela sul
corsetto. Mi sono ispirata al film di Zeffirelli “Romeo e Giulietta” per la
realizzazione delle maniche dei costumi maschili e femminili portate sopra la
veste removibile con lacci. Per le statue del balletto ho impiegato accessori
sulla tuta che rappresentano, per esempio, il Cristo, la Madonna, il Nettuno,
ecc. I tessuti sono stati inamidati con amido di riso usato a Venezia e in
Europa a partire dal 1400. Tra i personaggi che più ne facevano uso, ricordiamo
per esempio Enrico VIII immortalato con il suo colletto pieghettato in parecchi
strati.
Gian Giorgio Trissino e Andrea Palladio- prima di partire per Roma. |
Andrea Palladio |
6) Come hai fatto ad adeguare i colori ai tessuti dell’epoca?
Allora, per
iniziare: le camicie sono state tinte con il caffè e con il the, così come il
cappellino bianco di tela indossato sia dagli uomini che dalle donne. Per i
grembiuli delle donne ho preparato una miscela a base di olio di oliva, ed erba
da campo tritata per donare quel tipico colore grigioverde sporcato dal tempo.
Le sopravvesti delle popolane, invece, hanno richiesto l’uso dell’ossido di
ferro per conferire un rosso sbiadito con l’aggiunta di terra di Siena in
polvere, secondo un’antica ricetta medievale.
7) Quanti costumi hai confezionato?
Un numero esteso che ora non ricordo
esattamente. Dividendoli per categorie, però posso elencarti alcuni esempi:
Per il corpo di ballo sono : Le anime nere della peste , Le pietre, i libri , Le statue che rappresentano un momento del Palladio colpito dalla Sindrome di Stendhal quando và a Roma.
Le pietre-Compagnia Teatro Danza Corrente |
Sindrome di Stendhal - Compagnia Teatro Danza Corrente |
Per la categoria figuranti sono: gli
abiti dei popolani che rappresentano la vita quotidiana, area mercato ecc,
i lavoranti (scalpellini, i trabascani o banditi), gli appestati , la
morte nera con i mantelli, ecc.
Scalpellino |
Categoria attori : il costume più bello e lavorato è quello del conte Trissino interpretato dall'attore Matteo Tosi in velluto e pelle intrecciata a mano, poi ci sono gli altri come gli abiti di Andrea Palladio sia da bambino che adulto, riprodotti fedelmente da un suo ritratto, quello della scena del ballo con i nobili e la marchesa, la moglie del Palladio, la balia con l’assistente, le cameriere con il maggiordomo del conte , la Dea Pallade interpretata dalla coreografa di ballo Simonetta Rovere e tanti altri ancora.
Gian Giorgio Trissino |
8) Veniamo a “Opera Palladio”, cosa ne pensi
di questo cinemusical?
Come
costumista, posso dire che è stata una “bella lavorata” durata oltre due anni,
ma non posso che gioirne perché questo impegno mi ha dato tanta soddisfazione.
Auguro un meritato successo al nostro Matteo e alla nostra cara Simonetta. Il
conto alla rovescia si può dire già iniziato. Un grazie di cuore per questa tua
intervista che mi ha dato la possibilità di parlare del lavoro svolto per
“Opera Palladio”. Arrivederci alla prima, il 25 gennaio prossimo.
Patrizia Farinelli. |
Se desiderate acquistare i biglietti per questo spettacolo andate al seguente link:
biglietteria "Opera Palladio"
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